Gufi o allodole?

Le attività che compiamo ogni giorno sono scandite da una certa ricorsività: ci svegliamo, andiamo a lavorare, pranziamo e torniamo alla scrivania, di nuovo un pasto leggero, un po’ di svago e poi ci corichiamo. L’indomani ci aspetteranno le stesse attività. Tuttavia il ritmo con cui compiamo tali azioni non è uguale per tutti e può avere importanti ripercussioni sulla nostra produttività.

La scienza medica che si occupa dei tempi del nostro organismo è la cronobiologia, tesa a comprendere come utilizzare al meglio il nostro orologio interno per contribuire ad assicurarci salute e benessere quotidiano.

 

Cos’è esattamente questo orologio interno?

Si tratta del ritmo circadiano, una sorta di orologio biologico, il cui periodo dura 24 ore. Coniato da F.Halberg, il termine “circadiano” deriva dal latino “circa diem” ossia “intorno al giorno”. Ecco, allora, che l’orologio biologico è un complesso sistema interno, localizzato nell’ipotalamo, influenzato sia da fattori interni sia esterni che controlla, a sua volta, la produzione di ormoni e neurotrasmettitori in grado di regolare direttamente la nostra attività cerebrale.

J. Hall, M. Rosbash e M.Young, vincitori del premio Nobel per la Fisiologia nel 2017, hanno scoperto che il ritmo circadiano è suddiviso in molteplici cicli, ognuno dei quali della durata di tre ore, in cui il nostro organismo è più predisposto a fare certe attività piuttosto che altre. Tali attività, tuttavia, dipendo in larga misura dal nostro cronotipo. Infatti, in base ai differenti bioritmi, possiamo distinguere due principali categorie di persone:

 

1. I mattutini (Allodole): si alzano presto la mattina e sono pieni di energia subito dopo il risveglio, hanno le prestazioni migliori durante la prima parte della giornata, ma già nel tardo pomeriggio iniziano ad accusare stanchezza con un conseguente calo di performance.

2. I serotini (Gufi): si trovano particolarmente a loro agio durante la notte e nel tardopo meriggio hanno le prestazioni migliori. La mattina, invece, necessitano di un tempo maggiore per avere buone performance.

 

Ecco, perciò, che ognuno di noi ha un proprio cronotipo che può spingerlo ad un risveglio precoce e soddisfatto o a vivere le ore di notte con altrettanta soddisfazione. E ciò dipende sia da una predisposizione genetica sia dalle abitudini familiari, sia dal momento storico della propria vita sia dal lavoro che si svolge. Dal punto di vista fisiologico, indiscussa protagonista è la melatonina, un ormone secreto dall’epifisi che quando raggiunge il suo picco massimo ci porta ad addormentarci: se nelle allodole questo avviene la sera presto, nei gufi il picco è ritardato.

 

Che ripercussioni ha tutto questo in chiave di business?

Secondo uno studio pubblicato su “Sleep” dal Center for Human Brain Health dell’università di Birmingham, Regno unito, in termini di performance di studio e lavoro nella fascia temporale 9.00-17.00 i gufi sono sfavoriti per natura. Non solo, infatti, le allodole appaiono più reattive nei test svolti la mattina, ma lo scarto di performance nei test serali, seppur eseguiti meglio dei gufi, non risulta essere significativo. Inoltre, l’aspetto fondamentale risulta essere la cosiddetta connettività cerebrale, in grado di assicurare performance di alto livello, individuata in orari differenti nei gufi e nelle allodole.

Non si tratta di un problema banale: la BBC online evidenzia, infatti, come il 40% della popolazione britannica dichiari di preferire uno schema da gufo, coricandosi tardi e svegliandosi dopo le 8.20.

Ecco, allora, che quota parte del valore che il capitale umano può offrire alla propria organizzazione rischia di andare perso in modo irreparabile. Se, invece, potessimo essere più flessibili sulla gestione del nostro tempo lavorativo, potremmo massimizzare la nostra produttività riducendo, conseguentemente, anche i rischi per la salute.

 

 

Riferimenti:

– Chronotype: Implications for Epidemiologic Studies on Chrono-Nutrition andCardiometabolic Health, Advances in Nutrition, 2018.

– Samataro R., Nobel per la fisiologia sul ritmo circadiano, (Art) pubblicato su Anisn.it, 2017.

– Vanossi L., Cronobiologia: sei gufo o allodola?, (Art) pubblicato su Wisesociety.it, 2013.

– Zoli S., Sonno dieta e salute: quanto conta il cronotipo?, (Art) pubblicato suFondazioneVeronesi.it, 2019.

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