Effetto Hawthorne: come aumentare la produttività del proprio business

L’ambiente lavorativo è un ambiente sociale: luoghi, relazioni, attività, sono tutte variabili che influenzano le nostre performance. La prima attenzione rispetto a tale tematica si ebbe nel 1920, quando il sociologo australiano Elton Mayo decise di condurre degli esperimenti scientifici presso lo stabilimento della Western Electric di Hawthorne, Illinois.
La leggenda narra che i committenti della Western Electric avessero affidato a Mayo l’incarico di indagare l’effetto dell’illuminazione rispetto alla produttività e al diminuire dell’illuminazione artificiale i lavoratori avessero avvicinato le loro scrivanie alle pareti laterali dello stabilimento, sotto alle finestre, per beneficiare della luce naturale. Di conseguenza, in questo modo, si sarebbero avvicinati anche gli uni agli altri dando origine ad una maggiore interazione in grado di aumentare la produttività collettiva.
In realtà, al di là della leggenda, i risultati dell’analisi si dimostrarono inaspettatamente incongruenti: la produttività aumentava, infatti, sia al diminuire della luce artificiale sia al suo aumentare. Si comprese allora come a fare la differenza fosse la presenza di Mayo e della sua equipe. Questi ultimi, infatti, interagendo costantemente con i lavoratori riuscirono a farli sentire parte di un gruppo, di un team, di una squadra unitaria. Il sapere di essere osservati e dunque, il sentirsi speciali – parte di qualcosa di collettivo – modificò l’atteggiamento dei lavoratori presenti e permise a Mayo di scoprire quello che ad oggi viene definito Effetto Hawthorne, declinato in una duplice accezione:
– In primo luogo l’effetto sottolinea una reazione psicologica al fatto di sentirsi osservati: il comportamento umano si modifica e cambia in risposta alla consapevolezza di essere sotto osservazione. Quando ci sentiamo osservati siamo influenzati da quelle che crediamo essere le aspettative che gli altri nutrono nei nostri confronti e, per cercare di soddisfarle, possiamo mettere in campo comportamenti differenti – anche qualitativamente superiori – rispetto al nostro agire quotidiano. Qui occorre, tuttavia, specificare che mentre essere osservati quando si svolgono compiti per i quali ci sentiamo all’altezza genera una reazione psicologica positiva, la situazione si ribalta nel caso in cui ci sentiamo sotto analisi durante l’esecuzione di un’attività che già noi viviamo come eccessivamente complessa.
– In secondo luogo questo fenomeno mostra come i lavoratori che sono chiamati a impegnarsi in una nuova esperienza lavorativa condivisa abbiano performance maggiori e migliori.
Ecco allora che, per raggiungere risultati strategici, dobbiamo ricordare entrambe queste dinamiche. Infatti, dal momento in cui l’agire umano è determinato dai suoi bisogni, anche di natura sociale, il sentirsi parte di un gruppo faciliterà la creazione di un senso di identità e, conseguentemente, motiverà i collaboratori al raggiungimento di prestazioni di qualità. Inoltre, migliorando la percezione dell’ambiente lavorativo e incentivando le relazioni interpersonali, utili anche ad un proficuo scambio di conoscenze e competenze, il rendimento collettivo aumenterà in modo direttamente proporzionale.
Riferimenti:
Bourke E., Australian Dictionary of biography: Elton Mayo, National Centre of Biography, Australian National University, 1986.
Mayo E., The humanist temper, C.S. Trahair, London, 2009.
Petrozzi F. O., Le neuroscienze e lo sviluppo della leadership e del lavoro di squadra, (art) pubblicato su Neuroscienze.net, 2014.