Comprendere i driver motivazionali può migliorare le nostre performance

Le azioni dell’uomo sono guidate dalle sue conoscenze, dai suoi pensieri e dalle sue previsioni. Sfortunatamente, però, conoscenze, pensieri e previsioni non ci spiegano il perché agiamo in un determinato modo. Per rispondere a questa domanda dobbiamo comprendere cosa sia la motivazione.  

Derivante dal latino motivus (da motus, participio passato di moveo, movimento), per motivazione si intende un processo complesso che coinvolge componenti fisiologiche, psicologiche e sociali in grado di attivare una persona verso uno scopo. Il processo motivazionale è, infatti, formato da tre fasi: il motivo, ossia l’impulso ad agire – a sua volta originato da un bisogno –, l’azione stimolata dal motivo e la soddisfazione che si ottiene con il raggiungimento dello scopo.  

Il processo motivazionale nasce, dunque, dai bisogni intesi come degli squilibri tra la situazione attuale ed una situazione desiderata.  

Uno dei maggiori contributi allo studio dei bisogni è stato offerto dallo psicologo statunitense A.H. Maslow. Dopo avere individuato i bisogni principali, Maslow li ha disposti secondo un criterio gerarchico. Nella sua piramide, infatti, a partire dai bisogni primari, ossia quelli fisiologici che accomunano l’uomo alle altre specie, si passa a quelli secondari, fino ad arrivare ai bisogni di livello superiore quali, per esempio, la realizzazione del sé. 

Snodo cruciale nel pensiero di Maslow era la convinzione che i bisogni più elevati potessero esercitare un’influenza sull’azione dell’uomo solo quando, almeno nei loro aspetti essenziali, fossero stati soddisfatti i bisogni dei gradini più bassi.  

 

 

Ecco allora che, in accordo con la piramide di Maslow, possiamo distinguere tre tipi di motivazione: 

  1. le motivazioni primarie: le pulsioni di natura fisiologica presenti nello scalino più basso della piramide (ad esempio: respirazione, alimentazione, etc.); 
  1. le motivazioni secondarie: i bisogni di carattere individuale e sociale che sorgono a seguito dei processi di socializzazione (ad esempio: il successo, la cooperazione, etc.); 
  1. le motivazioni di livello superiore: gli impulsi che appartengono in maniera sensibile e specifica ad ognuno di noi, ai nostri obiettivi, valori ed ideali (ad esempio: il vivere secondo la moralità). 

Per quanto riguarda le motivazioni di livello superiore, non solo esse variano da persona a persona, ma cambiano anche all’interno dello stesso soggetto in base al tempo: ognuno di noi, infatti, vive un proprio percorso di maturazione e sviluppo motivazionale all’interno del quale le mete e gli obiettivi possono subire profonde modifiche. Si pensi, per esempio, a quando ci poniamo come obiettivo un determinato successo “X”: una volta raggiunto tale traguardo, esso viene accantonato in favore di un nuovo obiettivo ancora più ambizioso e stimolante.  

È possibile, inoltre, compiere un’ulteriore classificazione: si può distinguere, infatti, tra motivazione estrinseca (anche detta pressante) e motivazione intrinseca (anche detta entusiasmante). Mentre la prima ci spinge ad agire per trarre vantaggi materiali, apprezzamenti o ricompense, la seconda, ci porta ad agire per il solo piacere di compiere una determinata azione, per mettere in campo una nostra capacità o per dispiegare una nostra potenzialità.  

L’esistenza di queste spinte motivazionali è testimoniata anche da recenti ricerche neuroscientifiche. Difatti, si è scoperto che per quanto concerne la motivazione e la partecipazione attiva vi è un neuro-trasmettitore di riferimento: la dopamina. Stimolando il desiderio di agire, la dopamina si attiva quando ci rendiamo conto che, a seguito di determinate azioni, potrebbero conseguire ricompense o traguardi per noi importanti.  

Comprendere il tipo di motivazione sotteso al nostro agire ci permette, quindi, di guadagnare una consapevolezza maggiore e, conseguentemente, migliorare le nostre performance. Una volta soddisfatti i bisogni primari e secondari, infatti, possiamo cercare di realizzare quelli di livello superiore dal momento in cui, solo attraverso questi ultimi, possiamo diventare realmente performanti.   

 

Riferimenti 

D’Isa L.:Psicologia, Hoepli, Milano, 2008.  

D’Isa L., Foschini F.: I percorsi della mente, Hoepli, Milano, 2008.  

Fiore F.: Motivazione e piramide di Maslow, (art) pubblicato su State of mind, 2015. 

Maslow. A.H.: Motivazione e personalità, Armando Editore, Roma, 2010  

Quadrato G.: Neuroscienze e motivazione, (art) pubblicato su Educare, 2015. 

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